Monday, 30 May 2016

Mount Rushmore National Memorial

Mount Rushmore National Memorial è una scultura creata scavando la roccia di granite di cui si compone il Monte Rushmore, nel Sud Dakota, Stati Uniti.
Considerata il “santuario della Democrazia”, questo unico lavoro d’arte è costituito da sculture alte ben 18 metri delle facce di quattro diversi Presidenti degli Stati Uniti, ognuno celebrato secondo ciò che rappresenta per la Nazione:
George Washington (1732 – 1799), il primo Presidente americano e un simbolo per la guerra d’Indipendenza.
Thomas Jefferson (1743 – 1826), il quale credeva fortemente nell'idea del governo per il popolo.
Theodore Roosevelt (1858 – 1919), il quale fece costruire il Canale di Panama e mise gli Stati Uniti al centro degli affari mondiali del 20esimo secolo.
Abraham Lincoln (1809 – 1865), colui che affrontò le sfide della Guerra Civile, ed ebbe idee senza precedenti circa l’’ineguaglianza e la fortezza dell’unione tra gli Stati d’America.
Fu lo scultore Gutzon Borglum, insieme ad altri collaboratori, ad eseguire la maestria. Gli ci vollero 14 ani per completare l’opera, finita nel 1930. Per la prima volta vennero usate tecniche come la dinamite e il martello pneumatico, fondamentali per scavare in profondità nella roccia in breve tempo, oltre a tradizionali attrezzi come scalpelli e trapani. L’intero lavoro fu eseguito a mano, da lavoratori appesi a delle corde ed esposti a intemperie.

Soprattutto la sera il panorama diventa spettacolare, quando camminando lungo il Viale delle Bandiere (dove sventolano 56 bandiere degli Stati Uniti d’America) si arriva alla grande terrazza dalla quale si ammirano i presidenti in tutta la loro maestosità. Ogni sera, alle ore 21 in punto, si illuminano, accompagnati dalla tradizionale cerimonia.
Su una roccia di granito, quindi, il santuario della Democrazia si fa spazio sull'intero cielo Americano. I quattro Presidenti, sorvolando con lo sguardo le Black Hills e l’intera Nazione, vogliono ricordare speranza, determinazione e lo spirito di un popolo.

Così diceva lo scultore, a chiunque si domandasse il significato del suo lavoro:

“Lasciateci mettere lì, scolpiti in alto, il più possibile vicino al Paradiso, le parole dei nostri condottieri, i loro volti, perché possano mostrare ai posteri che uomini di grandi maniere erano. Dopodiché, invocate una preghiera perché questi ricordi possano durare finchè il vento e la pioggia non li cancellino via”.

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