Monday, 30 May 2016

The American Way, the American Dream


The Mount Rushmore National Memorial is the perfect framework for the unique lifestyle of people living in the United States, historically known as the American Way.

This popular phrase refers to a national ethos that purports to adhere to the principles of “Life, Liberty and the Pursuit of Happiness”.
 
At the center of the American Way there is the American Dream, a belief in which success excalation is achievable by any American through hard work.

This concept is intertwined with the concept of American exceptionalism, an idea consisting in confining the American Way to US. Territory, because here is rooted the culture of a nation unlike any in the world.

I would like to insert the beautiful description William Herberg gave to the unique American Way:
 
“The American Way is individualistic, dynamic and pragmatic.

It affirms the supreme value and dignity of the individual, for he is never to rest but is always striving to “get ahead”, it defines an ethic of self-reliance, merit and character, and judges by achievement: “deeds, not creeds” are what count.

The American Way of Life is humanitarian, “forward-looking”, and optimistic. The Americans believes in progress, in self-improvement. But, above all, the American is idealistic”.
 
Again, here goes another American lifestyle dissertation by John W. Carlin:

We (the Americans) are different because our government and our way of life are not based on the divine right of Kings, or the hereditary privileges of elites, or the enforcement of deference to dictators.

They are based on pieces of paper, the Charters of Freedom, the Declaration that asserted our independence, the Constitution that created our government and the Bill of Rights that established our Liberties”.


Il Sogno Americano, the American Way


Il Monte Rushmore National Memorial rappresenta una perfetta cornice per il grande sentimento che regna sovrano nei cuori degli abitanti degli Stati Uniti d’America: 
il sogno americano.

Queste parole fanno riferimento a un etica nazionale che vuole perpetrare i concetti di Vita, Libertà e Ricerca della felicità.
 
Al centro del sogno americano, vi è l’idea che la scalata verso il successo è sempre raggiungibile dal popolo per mezzo del duro lavoro.

Mi piacerebbe ora inserire una preziosa riflessione di William Herberg, che racchiude in poche frasi il concetto del sogno americano:

Lo stile di vita degli americani è individualista, dinamico e pragmatico

Afferma il supremo valore e la dignità dell’individuo, quando lui non si arrende mai e continua a lottare per andare avanti. 

Definisce un’etica di fiducia in sé stessi, merito e personalità: “fatti, non parole” sono ciò che contano.
 
Il modo americano è umanitario, di grande apertura mentale, e ottimistico. 

Gli americani credono nel progresso, nelle proprie forze. 

Ma sopra ogni cosa, l’americano è idealista”.




Ed ancora, un’ultima definizione di John W. Carlin:
 
“Noi, Americani, siamo diversi perché il nostro governo e il nostro stile di vita non sono fondati su leggi divine di Re del passato, oppure su privilegi ereditari delle èlites, o ancora sulla ribellione a potenti dittatori. 

Essi si basano su pezzi di carta, la dichiarazione di libertà, d’indipendenza, la Costituzione che creò il nostro governo e la carta dei diritti che stabilì la nostra liberazione”.


Mount Rushmore National Memorial

Mount Rushmore National Memorial is a sculpture created by carving the granite face of Mount Rushmore, in South Dakota, United States.


Considered the “shrine of Democracy”, this unique work of art features 60-foot (18 m) sculptures of the heads of four different United States Presidents, each one chosen according to what represents for the nation:

George Washington (1732-1799), the first President and a symbol for America’s struggle for independence.
Thomas Jefferson (1743-1826), the creator of the Louisiana purchase and promotor of the motto of government by the people.
Theodore Roosevelt (1858-1919), who promoted construction of Panama canal and the 20th century role of the United States in world affairs.
Abraham Lincoln (1809-1865), who confronted challenges of the Civil War, and had unprecedented ideas on inequality and the permanent union of the States.
The work of the sculpture Borglum is incredibly spectacular at night, when a walk along the Avenue of Flags leads visitors to the Great Terrace: here, the sight of the immense granite heads is illuminated at 9 pm sharp, each evening introduced by a lighting ceremony.

Gutzon Borglum, together with other workers, took up to 14 years to finish the work, which ended in 1930. The usage of new techniques was firstly introduced, such as dynamite and pneumatic hammers to blast through a large amount of rock quickly, in addition to more traditional tools of drills and chisels.
In granite, forever emblazoned, the shrine of Democracy marches across the skyline of America. Gazing over the Black Hills, four US. Presidents stand for hope, determination and the spirit of a nation.



“Let us place there, carved high, as close to heaven as we can, the words of our leaders, their faces, to show posterity what manners of men they were. Then breathe a prayer that these records will endure until the wind and rain alone shall wear them away”, Gutzon Borglum.

Mount Rushmore National Memorial

Mount Rushmore National Memorial è una scultura creata scavando la roccia di granite di cui si compone il Monte Rushmore, nel Sud Dakota, Stati Uniti.
Considerata il “santuario della Democrazia”, questo unico lavoro d’arte è costituito da sculture alte ben 18 metri delle facce di quattro diversi Presidenti degli Stati Uniti, ognuno celebrato secondo ciò che rappresenta per la Nazione:
George Washington (1732 – 1799), il primo Presidente americano e un simbolo per la guerra d’Indipendenza.
Thomas Jefferson (1743 – 1826), il quale credeva fortemente nell'idea del governo per il popolo.
Theodore Roosevelt (1858 – 1919), il quale fece costruire il Canale di Panama e mise gli Stati Uniti al centro degli affari mondiali del 20esimo secolo.
Abraham Lincoln (1809 – 1865), colui che affrontò le sfide della Guerra Civile, ed ebbe idee senza precedenti circa l’’ineguaglianza e la fortezza dell’unione tra gli Stati d’America.
Fu lo scultore Gutzon Borglum, insieme ad altri collaboratori, ad eseguire la maestria. Gli ci vollero 14 ani per completare l’opera, finita nel 1930. Per la prima volta vennero usate tecniche come la dinamite e il martello pneumatico, fondamentali per scavare in profondità nella roccia in breve tempo, oltre a tradizionali attrezzi come scalpelli e trapani. L’intero lavoro fu eseguito a mano, da lavoratori appesi a delle corde ed esposti a intemperie.

Soprattutto la sera il panorama diventa spettacolare, quando camminando lungo il Viale delle Bandiere (dove sventolano 56 bandiere degli Stati Uniti d’America) si arriva alla grande terrazza dalla quale si ammirano i presidenti in tutta la loro maestosità. Ogni sera, alle ore 21 in punto, si illuminano, accompagnati dalla tradizionale cerimonia.
Su una roccia di granito, quindi, il santuario della Democrazia si fa spazio sull'intero cielo Americano. I quattro Presidenti, sorvolando con lo sguardo le Black Hills e l’intera Nazione, vogliono ricordare speranza, determinazione e lo spirito di un popolo.

Così diceva lo scultore, a chiunque si domandasse il significato del suo lavoro:

“Lasciateci mettere lì, scolpiti in alto, il più possibile vicino al Paradiso, le parole dei nostri condottieri, i loro volti, perché possano mostrare ai posteri che uomini di grandi maniere erano. Dopodiché, invocate una preghiera perché questi ricordi possano durare finchè il vento e la pioggia non li cancellino via”.

Friday, 27 May 2016

Stasera indossa la tua personalità.

Stasera indossa la tua personalità migliore.


Quante volte ti è capitato di sentirti… “non a tuo agio” per uscire e affrontare la gente, le persone in un luogo in cui devi andare.
Molto probabilmente, in conclusione, giri intorno al problema e ammetti a te stesso di essere troppo stanco o in forma per uscire. Qualche sintomo di raffreddore potrebbe addirittura presentarsi per autoconvincerti a rimanere dove sei.
D’un tratto compaiono una serie di malesseri, tutti segni di insicurezza: ti si gonfia la pancia, ti senti rabbuiata, rattristita, goffa, saresti incapace di superare qualsiasi situazione, o peggio ancora presentarti a persone nuove. Con questo aspetto non andresti da nessuna parte.
E se anche decidi di vestirti e svogliatamente, con sforzi sovrumani, di salire in macchina e dirigerti verso un luogo del quale cerchi di convincerti possa almeno migliorare il tuo umore, e regalarti sorprese inaspettate, bè ciò non accade quasi mai. Ne torni a casa ancora più sconfitto, deluso e arrabbiato con te stesso per non essere rimasto sul divano tranquillo.
 
Certo, sicuramente la tua serata sarebbe andata meglio. Saresti andato a dormire con l’autostima un po’ più alta, e non sentendoti uno straccio.

Ma questo atteggiamento si chiama: aggirare un problema. Che rimarrà sempre lì, ad aspettarti sulla porta, e non se ne andrà mai via ma si ingigantirà sempre di più diventando insormontabile.

 
No. Ogni decisione che prendiamo contro la nostra solita mentalità di routine, ogni occasione che cogliamo che mai avremmo considerato prima, è un passo verso il futuro, verso la serenità, verso l’essere indistruttibili.

E anche se a noi sembra solo che le nostre scelte di uscire e affrontare la vita non facciano altro che deluderci ancora di più, siamo solo vittime di frettolosità.
Con pazienza, i risultati arrivano.
Bisogna sempre scegliere la strada più in salita: magari ci stanchiamo prima, ma sicuramente faticando i muscoli lavorano di più.


Se siamo quindi sul divano e indecisi su cosa fare, prova a aprire l’armadio e indossare la tua personalità migliore.


Scordati di vestiti, di come sei fisicamente, di ciò che hai costruito durante la tua giornata che potrebbe sembrare insignificante rispetto al lavoro di altri, insomma dimentica ogni tua tristezza e insicurezza su di te.


E concentrati solo sul presente. Su cos’hai da dire al mondo, sui modi di fare, sul sorriso, sulla delicatezza con cui baciare sulle guance i tuoi amici.
 

Ripercorri velocemente tutta la tua vita, le tue esperienze in cui sbagliando o vincendo sei sempre stata tu con te stesso.

 Ti devi volere bene. Devi amarti, ti sei sempre fatto compagnia e forza con le tue stesse energie.

Ti conosci da una vita, e ora puoi anche scoprire che non ti sei mai considerato.

Scopri come far ridere le persone, pensa a cosa raccontare ai tuoi amici per farli stare bene o quale tuo episodio vissuto in prima persona possa insegnar loro qualcosa.

Chiediti chi sei. E qualsiasi aggettivo ti venga in mente, che fosse anche solo uno, ripetitelo e riflettici sopra, ed è sufficiente per farti sentire unico e diverso da ogni altro. Anzi, già solo il fatto che soffri per uscire e farti spazio tra la folla, ti rende originale. Non pensi che ce ne siano altri come te, giusto?
 

Il “piacere” alle persone nasce da un mix esplosivo di elementi. Oltre che l’aspetto, il quale in queste circostanze, se è un motivo di insicurezza per te, deve essere dimenticato e per stare bene devi pensare ad altre cose, ricordati del carattere. Delle espressioni. Di ciò che trasmetti con le parole. Di cos’hai da dire alla gente.


Vedi un tuo amico che non incontravi da tempo. Avvicinati e chiedigli come sta. Oppure rimani lontana ma informati sul suo conto. Insomma, definisci il come sei fatto. E compiaciti della tua scelta, hai fatto ciò che ti sentivi e urlalo al mondo che tu sei così.

Prova a capire i tuoi comportamenti, ma per capirli bisogna averli, prima di tutto. 


Quindi prova, buttati, misurati con le tue stesse capacità, che sia in un luogo di lavoro o in un aula universitaria. Piuttosto che a un compleanno o un pranzo in famiglia.
Scegli sempre di agire, e di ricordarti di portare con te la tua personalità. Il tuo modo di essere.

I vestiti sono solo un modo che abbiamo per comunicare qualcosa, ma risulta superfluo se ciò che vogliamo dire su noi stesso lo diciamo con i fatti, con i comportamenti. Il lavoro che svolgiamo, piuttosto che il libro che leggiamo la sera, sono i nostri abiti migliori da sfoggiare. 

E se pensiamo che forse, l’aspetto è però un modo più immediato per raggiungere gli altri, è un errore.
Immaginati una persona che entra in una stanza, sorride, ha un buonissimo profumo, e energicamente saluta tutti i presenti, anzi ha addirittura portato dei fiori per una signora, e ti viene a salutare contento (o contenta) e si ricorda del tuo compleanno della settimana scorsa. Suscita lo stesso effetto come se stesse in silenzio e indossasse un bel completo di maglietta e jeans?


L’unico accorgimento utile per l’aspetto è l’essere in salute.


Per il resto, conta solo il carattere. Ciò che siamo, insomma.

Wednesday, 25 May 2016

Magnificent cherry blossom in Japan: our chance to be happier with Mother Nature

The magnificent cherry blossom in Japan.
 
The spacious park in Ueno, a district of Tokyo, is mostly celebrated for its annual cherry blossom experience: being home to more than 8.800 trees, including many Japanese cherry (highly esteemed), it offers a world-love spectacular view when it’s blooming season in springtime.

At the end of March, beginning of April, beautiful flowers appear on tree’s branches, creating a typical atmosphere.
In the park, local Japanese people, together with tourists coming from every corner of the world, gather to hold parties and celebrations for this unique natural beauty.
 
This extraordinary event occurs only once a year, and lasts for only two weeks, at the end of which the flowers start to fall.

Given this biological out of ordinary features, cherry blossom is mainly a symbolic event, dating back centuries, having started around 700 – 1000 year After Christ.

The act of watching the cherry blossom is called Hanami, while the flowers’ name in Japanese language is Sakura.

The flower, with its beautiful but short life, stands for a time of renewal and reminds of the fleeting nature of existence.
Originally, Sakura signified the joyous beginning of the harvest season and the announcement of the rice planting one.

As time went by, the philosophical meaning behind the event has grown popularity and historical meaning.

It holds significance to Japanese nationalism and militarism, as a fallen cherry blossom symbolizes a fallen Samurai who sacrificed his life for the Emperor.
In fact, Japanese Samurai culture admired and deeply took in the cherry blossom image, due to their short-lived lives, and used them as a representation of blood drops.
 
In addiction to the Samurai’s devotion to Sakura, during World War II the flowers acquired a deeper meaning, by being painted on the side of Kamikaze warplanes.

Not to be forgotten is the Buddhist philosophy, rooted also in the cherry blossom season, which perfectly describes human life.

All these spirituality that has been associated to the flower throughout the past, is still of major importance in the present culture.
Sakura it’s a metaphor for the ephemeral beauty of living.
Life is almost overwhelmingly beautiful but tragically short. The blooming of cherry blossom trees is a visual reminder of how precious and precarious life is.

Cherry blossom is celebrated in all Asian countries: it means bravery, wisdom.

It’s a symbol of love and joy, and it’s believed to promote spiritual awareness.

Cherry blossom, which bloom is an enchantment of nature, pleases its spectators, making harmony and peace inside them.

Not by chance, indeed, Buddhist religion firstly developed here, in Japan, a country where nature is widely celebrated and respected. Buddhist way of thinking is based on the key concept of mankind belonging to nature, they both are melted together, unbreakable bond.

In recent times however, many tourists, although visiting a country flourishing with natural beauty, are not left surprised by it, while at the end of the holiday they might rather make memories of objects bought along Tokyo’s shops. So we are left thinking this sweet
 
Therefore, the question comes spontaneously. Where does this delightful sensation we experience when contemplating nature come from?

Just imagine that our ancestors had this feelings amplified compared to our ones, which are disappearing as the evolution process goes on.

It’s the times in which natives of America lived we must focus on.
They had an immense respect and love for the land, because they were born from, it was seen as the place that gave birth to them and since this they had to be extremely thankful.
They didn’t see natural resources as an economic mean, as nature already had a powerful meaning to them: without it, they could not survive. Indians found nutrition from it, as well as shelter.
Taking care of the land meant taking care of themselves.
Land was seen as a Mother who provided nutrition for her children.
 
By this speech, we reason on the way evolution brought us to forget about our relationship with nature, that once was a primary source of happiness.
As long as we become aware of this fact, we should try and improve our daily life by reconnect with Mother Land. If once provided us with so many benefits, why not now? We must seek that out inside us.

We must aim at a better quality of life, so let’s dive into every different activity and see if it will improve our life or not!

And if this contact with nature might be of any help, we cannot miss out on it.





Lasciamoci rendere felici da Madre Natura

I fiori di ciliegio che fioriscono come per incanto, è uno spettacolo che offre a coloro che l’osservano un piacere alla vista, un’armonia interiore.
 
Ad esempio, in Giappone in cui si celebra vistosamente la natura in tutto il suo splendore, si è diffusa la religione buddhista che si fonda su questi concetti.
Essa, infatti, concepiva l’uomo come parte della natura. Non attribuisce ad essa le sue emozioni, né la contempla, ma è parte integrante di essa.

A molti turisti dei giorni nostri, invece, nonostante visitino un Paese ricchissimo di patrimonio naturale, ciò non desta clamore, e forse a fine vacanza nemmeno si ricorderanno di un evento come la fioritura dei ciliegi, ma porteranno nel cuore piuttosto una persona conosciuta o un paio di jeans acquistato per le vie di Tokyo.
 
Allora la domanda sorge spontanea. Da dove deriva questo sentimento piacevole che proviamo nell’immergerci nella natura?
E se si pensa che questo è molto meno accentuato nelle persone ai giorni nostri rispetto a come lo era in passato, diventa ancora più affascinante pensare a com’era all’origine il rapporto con la natura.

Possiamo arrivare a un tempo estremamente distante dal nostro, come ad esempio il periodo in cui nacquero le prime civiltà (indiani d’America, ad esempio).
Essi avevano un estremo rispetto e amore verso la terra, poiché erano nati da essa, costituiva il luogo da cui venivano. 

Non vedevano in essa esigenze economiche, poiché la sua vitale importanza era data dal fatto che senza di lei non sarebbero potuti vivere

Curare l’ambiente naturale era fondamentale per proteggere sé stessi, comprendere che se la terra era sana, anche loro lo sarebbero stati.

Le risorse naturali rappresentavano la loro identità, da loro traevano nutrimento e vita nel vero senso della parola.

La Terra era vista come una Madre che crea nutrimento per i propri figli.


Assorbendo queste storie del passato, che ci mostrano di come l’evoluzione ha portato a cancellare dalla nostra cultura queste usanze che un tempo ci rendevano felici, potremmo trarne molte riflessioni e spunti su come migliorare il nostro quotidiano.
 
Per molti, il messaggio non verrà recepito, e preferiranno dedicarsi ad altre attività, ugualmente efficaci.

Eppure credo fortemente che molti di noi, se cercassero di fare proprio questo contatto con la natura che offriva benessere, e una vita quindi migliore, possono davvero trarne benefici.
 
Noi viviamo per sopravvivere nel migliore dei modi, per contribuire alla società in cui viviamo.

E quindi provare a immergersi nella natura e avere un’altra visione di essa, è un tentativo a cui non dobbiamo rinunciare.


Ripeto, molte persone provando potrebbero scoprire che questo sia il modo di raggiungere un più alto livello di benessere, spirituale, mentale, fisico. 

A volte, mi chiedo cosa possa giudicare una vita di una persona migliore di un’altra. Spesso osservo gli altri, che indipendentemente dal denaro posseduto, sono più o meno felici di altri. A volte un uomo ricchissimo può essere effettivamente più contento di un altro mediamente benestante, come ciò può invertirsi e trovarsi lui ad essere estremamente triste nonostante le risorse economiche notevoli.
 
Io credo quindi che esistano dei diversi livelli di felicità, e tutti aspiriamo a quello successivo per stare meglio.
Perciò non esistono solo due opzioni: o sei felice, o sei triste. Bensì, troviamo moltissime sfaccettature della contentezza, i livelli di umore sono molteplici.
Il tutto sta nel raggiungere il massimo, quello più alto.

Proviamo quindi a sperimentare cose nuove, e aderire a nuove attività per vedere se la nostra qualità della vita migliora.


E se concepire il contatto con la natura in modo diverso può servire, approfondiamolo e rendiamolo nostro. 

La fioritura dei ciliegi, Giappone

Lo spettacolo della fioritura dei ciliegi in Giappone.


Il vasto parco Ueno, nell’omonimo distretto di Tokyo, è largamente celebrato per il suo annuale appuntamento con la fioritura del ciliegi: accogliendo all’interno più di 8.800 alberi, inclusi molti ciliegi giapponesi (dai rami molto sviluppati), durante la stagione della fioritura offre un panorama spettacolare, amato da tutto il mondo.

Nel periodo di inizio primavera, ovvero nelle settimane di fine Marzo e inizio Aprile, bellissimi fiori compaiono sui rami degli alberi, creando un’atmosfera tipica inimitabile.
 
Nel parco, sia persone locali che turisti provenienti da ogni angolo della Terra, si ritrovano per festeggiare questa bellezza naturale unica nel suo genere.

Questo straordinario avvenimento accade solo una volta all’anno, e dura per sole due settimane, alla fine delle quali i fiori iniziano a staccarsi dai rami e cadere.

Proprio per questo singolare ciclo biologico, la fioritura dei ciliegi ha acquisito soprattutto un significato simbolico, che risale a centinaia di anni fa, addirittura all’inizio degli anni 700 – 1000 dopo Cristo.
 
L’azione di ammirare i fiori dei ciliegi si chiama, in giapponese, Hanami, mentre il nome del fiore sempre nella stessa lingua si dice Sakura.

Il fiore, per la sua bellissima ma corta vita, simbolizza il tempo di cambiamenti, e ci ricorda della fragile natura dell'esistenza.
Originariamente, Sakura rappresentava il gioioso inizio della stagione dei raccolti e l’annuncio di quella della piantagione del riso.
 
Con il passare del tempo, il significato filosofico che porta con sé l’evento ha acquisito popolarità e collegamenti storici.
Il fiore rappresenta infatti il nazionalismo e militarismo giapponese, come ad esempio un fiore di ciliegio che cade per terra rimanda ai caduti Samurai, che sacrificarono la loro vita per l’Imperatore.
I samurai Giapponesi, appunto, ammiravano profondamente l’immagine dei fiori, dovuto alla loro vita brevemente vissuta a pieno, e li usavano come raffigurazione delle gocce di sangue.

Oltre che nella cultura Samurai, durante la Seconda Guerra Mondiale i fiori diventarono ancora più emblematici, essendo stati dipinti sul fianco degli aerei da guerra Kamikaze.

Senza dimenticare che ad avere una devozione particolare per questo evento è soprattutto la filosofia buddista, che fonda alcuni suoi principi base nell’immagine della fioritura, che descrive perfettamente l’esistenza umana.
 
Questa spiritualità associata al fiore durante il passato, è ancora fortemente radicata nelle generazioni presenti. Sakura è metafora per l’effimera bellezza del vivere. La vita è in grado di regalare emozioni fortissime ma al contempo è tragicamente breve. La fioritura degli alberi di ciliegio è un’immagine diretta di quanto precaria e preziosa possa essere la vita.

La fioritura è celebrata non solo in Giappone, ma in tutti gli stati asiatici: significa coraggio, saggezza, amore e gioia, e si crede sia portatrice di coscienza spirituale.

Friday, 20 May 2016

Trovare il proprio posto nel mondo regala la felicità

Io credo nella vocazione come cammino guida della nostra vita. 


È un faro che illumina il mare di fronte a noi, è forse lo scopo principale per cui siamo davvero qui, a vivere e respirare su questo pianeta.
Non sono una filosofa, né una teologa che rifiuta ogni spiegazione razionale a ciò che succede nella realtà.

Ho una mente molto scientifica, e in primo luogo credo che lo scopo dell’esistenza sia la procreazione, il contribuire alla sopravvivenza della specie, al partecipare alla lotta per la vita di cui tanto discuteva Darwin.
Ma proprio in quest’ottica, per essere di aiuto nei confronti di tutta l’umanità, dobbiamo essere felici e al pieno delle nostre forze. Dobbiamo essere nella condizione fisica e mentale migliore per affrontare tutti i problemi legati alle lotte quotidiane, a questo tempo che ci mette costantemente alla prova se siamo in grado di vincerlo.

Quindi, si rivela fondamentale concentrarsi su ciò che vogliamo diventare, poiché non abbiamo abbastanza tempo né capacità mentali per poter possedere qualsiasi abilità.
Il nostro scopo più importante deve essere il trovare la nostra strada. Chi saremo. Quale sia il nostro posto nel mondo.

Purtroppo, vivendo in una società basata sul denaro e sul possesso individualista di possessione di beni materiali, siamo portati a pensare che questa inclinazione speciale debba coincidere con una figura professionale, o con un corso all’Università, per poter essere considerata.
Io vedrei la cosa in maniera differente.
La nostra vocazione può in seguito coincidere con un lavoro, e offrirci quindi un guadagno, ma di per sé non ne è imprescindibile.
Questa inclinazione che tutti di noi possiedono, è destinata a rimanere nell’oblio se nessuno la cerca o ne valorizza i suoi aspetti, ma sarà in grado di farci vivere ebbri di felicità e spensieratezza se la incontriamo e la creiamo nostra.

Fino a qualche anno fa, non ero consapevole di questo spettacolare panorama che offre la vita. Ma da quando ho capito, grazie a esperienze di studio e sempre portando molta pazienza nell’attesa, chi sono, cosa devo fare da qui all’eternità, sono un’altra persona. Le mie giornate hanno un senso. Sono sicura di me quando cammino per strada, non mi interessa se spesso piovono giudizi negativi su di me, perché io so chi sono e non posso cambiarlo. Vado fiera della mia vita e non vorrei essere nessun altra persona, perché starei bene solo facendo ciò che faccio ogni giorno.
Prendiamo degli esempi concreti.
Non sai cosa ti piace fare, non hai idea di chi vuoi diventare.
Ecco, allora in questo caso: datti tempo e cerca di conoscere il più possibile. Leggi, viaggia, incontra persone, creati nuovi amici, guarda documentari, migliora la tua cultura: vedrai che cercando la tua passione, e cercando anche te stessa quindi, ti troverai. E ad un tratto, quel puntino luminoso flebile che vedi da lontano e ti chiedi: “sarà quello il mio cammino? È quella la mia strada?” ecco, diventerà sempre più grande e pian piano sarà il sole che illuminerà le tue giornate.
Scopri che adori guardare in televisione una serie tv sulle squadre investigative.
Allora cerca di approfondire, accorgiti di questa tua inclinazione e chiediti più a fondo cosa ti interessa in particolare. E domandati anche quali esperienze nella tua infanzia si collegano a quel campo.

Davvero, vi assicuro, è veramente così semplice capire chi siamo.
A quel punto provate a comprare libri della sezione investigativa.
Scoprite che vi piace vedere come i criminali sono poi sentenziati.
Quindi siete attratti dal modo in cui la legge viene applicata nella vita reale, e quindi potete pensare che vi piace la professione di avvocato.
Provate allora a approfondire, parole chiave, e a informarvi, altra parola fondamentale, dell’ambito. Se non sarà quello, si avvicinerà.

Quando viaggiate, adorate osservare le varie decorazioni all’interno di case nobili o storiche. E anche nell’appartamento della vostra migliore amica vi perdete a contemplare i quadri e la disposizione degli arredamenti.
Cercate di approfondire l’argomento e nelle vostre domeniche al mare o a rilassarvi sul terrazzo, comprate riviste di interni. Informatevi, siate sempre innamorati di ogni cosa che vi circonda.
Molte volte pensiamo che ci piace fare molte cose, e ci sentiamo bombardati di informazioni e cose da fare che non sappiamo da dove iniziare per capire chi siamo e cosa ci fa stare bene.

Pian piano. Con calma, ogni cosa andrà al suo posto.
Io potrei davvero scommetterci tutta me stessa che ciò succederà, e troverete il vostro “abito” migliore. Ecco, è come scegliere un abito: bisogna provare molte taglie per trovare quella giusta più adatta a noi. Magari ci piacciono molti capi, e sembriamo disorientati, ma alla fine troveremo quello giusto. È questione di forza di volontà.

Perché la passione è la nostra fonte di energia. È il motore che ci fa alzare e andare a letto ogni singolo giorno con il sorriso.

Quando torniamo dal lavoro non vediamo l’ora di dedicarci a coltivare questa parte di noi stessi, ed è la chiave per poter ritrovare sempre la serenità anche quando molti problemi di cui non abbiamo risposte ancora ci assalgono e sembra ci vogliano male.
Per camminare per strada fieri di noi stessi, e senza quel sentimento di insicurezza e paura su come veniamo giudicati, o su come possiamo risultare agli occhi di una persona (concentrarsi molto e ritoccare il proprio aspetto fisico molte volte è sinonimo di insicurezza, non sappiamo bene quale sia il nostro “look” migliore), occorre conoscersi e sapere chi siamo.

La passione può essere la tua famiglia, gli animali, la cucina, l’artigianato, il bricolage, la pittura, la musica, qualsiasi cosa.

Ma per essere d’aiuto a questa grandissima comunità del Pianeta, e per sentirci al posto giusto, e (immagina, è come trovarsi ne bel mezzo di una sala cinematografica, e sentirsi a disagio ad essere li in piedi, avendo sedute intorno persone che con gran vociare chiedono di spostarti, e allora ti chini, non sai dove andare, sei insicuro di dove passare per non dare fastidio. E poi finalmente ti siedi, e diventi parte della sala, della piccola comunità che insieme guarda il film. Ecco, così significa sentirsi quando trovi chi sei, e puoi finalmente contribuire a qualcosa di grande e non sentirti inutile), dobbiamo appropriarci della nostra vocazione.

E allora leggete, imparate, interessatevi del mondo intorno a voi, siate aperti a ogni novità, accettate ogni occasione che vi si propone (sempre ascoltandovi e seguendo i vostri ritmi, non abbiate fretta di fare, datevi tempo), incontrerete la strada della vostra vita, e poi potrete capire cosa si prova ad essere felici.